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Intervista a Massimiliano D’Ambrosio #QHSE

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Intervista a Massimiliano D’Ambrosio #QHSE

Gentile Dott. Massimiliano D’Ambrosio,

innanzitutto grazie per la sua preziosa collaborazione con ISTUM – Istituto di Studi di Management.

Lo scopo di questo editoriale è presentare i membri della faculty dei Master Executive.

In quale/i master e in quali moduli formativi svolge l’attività di docente?

MASGI, tutti i moduli relativi alle norme dei sistemi di gestione (ISO 9001 – ISO 14001 – ISO 45001 – ISO 50001), il modulo di tecniche di audit (ISO 17021 / ISO 19011) e le sessioni di esame finale.”

Qual è l’approccio metodologico che utilizza in aula?

Come base adotto la tecnica frontale che consiste nel trasferimento delle conoscenze dal docente al partecipante, in modo partecipato, con una previsione di un decisivo livello di attivismo e autonomia nei partecipanti. Questa fase si sostanzia in momenti in cui il docente necessita di colmare le lacune di contenuti. A questo si aggiunge poi l’apprendimento esperienziale attraverso testimonianze: la testimonianza consiste nel racconto di episodi aziendali significativi ed ‘esemplari’ per la loro rilevanza, sia positiva che negativa, da parte del docente che è stato protagonista (sia come consulente direzionale che come auditor). Questa è una tecnica efficace soprattutto quando la formazione è incentrata su argomenti molto innovativi o molto complessi (quali i sistemi di gestione aziendale), con una forte componente tacita.

Ci può riportare un esempio di caso di studio e/o esercitazioni che propone durante i suoi interventi? 

“Le simulazioni che normalmente propongo ai partecipanti consistono nella rappresentazione di un problema o decisione aziendale, riprodotti nel modo più fedele possibile rispetto alla realtà, sia nei contenuti che nelle dinamiche relazionali. Le simulazioni prevedono che il partecipante possa sperimentare un’attività di problem solving complessa nell’ambiente sicuro delle decisioni simulate. Le simulazioni proposte hanno solitamente una dimensione di gruppo piuttosto che individuale, dato che si prestano a sperimentare problematiche complesse. Questo consente al partecipante non solo di realizzare la portata pratica di quanto appreso, ma anche di vederne i limiti e criticamente di sviluppare idonee modalità per superarli nel proprio contesto di azione.

Quali sono gli output in termini di conoscenze e competenze a cui mirano i suoi interventi?

“Il role playing finale rappresenta la narrazione di un’interazione in una situazione complessa e viene utilizzato chiedendo ai partecipanti di assumere il ruolo di auditor di sistemi di gestione (sia interno che esterno alle aziende), immedesimandosi nella situazione e provando a risolverla secondo le competenze acquisite. La sua finalità è tipicamente quella di far sperimentare ai partecipanti, in un ambiente sicuro, quali sono le aspettative di un ruolo futuro da ricoprire (sia consulenziale che di auditing) o come ricoprire in modo più efficace il ruolo presente; allena in generale la capacità di problem solving e il potenziale. Si configura quindi sia come una tecnica per allenare le capacità di leadership che le capacità di problem solving e l’empowerment dei partecipanti.”